In questo articolo scoprirai quali sono gli aspetti da tenere in considerazione quando ti appresti a consegnare i tuoi brani mixati al fonico che ne curerà il mastering.
Se ancora non hai ben chiaro cosa si intende per mastering, ti invito prima di tutto a leggerti questo articolo: Guida al Mastering Audio per pincipianti.
Se invece sai già di che sto parlando, continua pure la lettura di questo post, troverai una checklist completa da tenere sempre presente, con suggerimenti e consigli su come preparare le tue tracce per la fase di mastering.
Cominciamo!
Il Mixaggio non è il Mastering
La prima cosa che devi sempre ricordare, è che mixaggio e mastering sono due cose diverse e ben distinte. La regola generale impone che le operazioni che saranno eseguite nella fase di finalizzazione devono essere tralasciate in quella di mixaggio, così come le operazioni da seguire in mix devono essere tutte completate prima di passare alla fase di mastering.
Un esempio su tutti è quello che vede un producer o un musicista intento a mixare il suo brano nel quale riscontra un errore di qualche tipo (volumi o timbriche sballate, rumori di fondo marcati ecc). Il pensiero più sbagliato che può formulare questa persona è: “ma si dai, questo poi lo si correggerà in mastering…“.
Questo tipo di atteggiamento è quello che porta i brani a non suonare come dovrebbero, perché in fase di mastering non tutto si può sistemare. Anzi, solo poche cose si possono sistemare senza influenzare in maniera importante anche altri aspetti del brano.
Tienilo bene a mente la prossima volta che credi di aver chiuso un mix.
Fade In e Fade Out
Quando esporti i tuoi brani, e in questi prevedi che sia presente una dissolvenza in ingresso o in uscita (all’inizio o alla fine del brano), evita di applicarla in mixaggio.
È una regola non vera in modo assoluto, ma nella stragrande maggioranza delle situazioni sarà conveniente seguire questa prassi.
Clip
Prima di consegnare i brani verifica che non contengano distorsioni.
Se in esportazione vedi la spia del clip accendersi sul master, fermati, rimetti mano ai fader e riporta il volume a un livello che evita al segnale di superare gli 0dB.
Fortunatamente praticamente tutte le DAW odierne hanno un indicatore di clip che ti consente di renderti conto facilmente della sua presenza.
Volume
Verificare che il volume di picco del segnale non raggiunga mai 0dB non è sufficiente. Devi anche tenere presente che non puoi consegnare un brano che suona a -30dB. Allo stesso tempo potrebbe essere sconveniente consegnarne uno il cui volume sta intorno a -1dB.
Anche qui non c’è una regola ferrea da seguire, piuttosto una linea di massima che prevede che i brani abbiano un volume compreso tra i -6dB e i -3dB.
Se il brano dovrà subire un mastering analogico, è plausibile che i livelli richiesti dal fonico siano anche più bassi, vice versa per un mastering digitale potrebbe non essere necessario seguire questo accorgimento.
Effetti
Prima di esportare i tuoi brani togli tutti gli effetti che hai messo nel canale master del tuo progetto. Se hai fatto l’intero mix senza mai metterne, meglio ancora, è questa la prassi.
In tanti sono soliti seguire tutto il mix con un limiter, un equalizzatore o un compressore attivi. Consiglio vivamente a queste persone di evitare di farlo.
Risoluzione
Una risoluzione NON vale l’altra.
Consegna i tuoi mix alla massima risoluzione possibile, in base a quella che hai utilizzato per il mix. Non consegnare mai file in MP3 o formati compressi lossy in generale, usa sempre WAVE o AIFF.
Se hai mixato a 44,1 KHz, consegna a quella risoluzione.
Se hai mixato a 96 KHz, consegna a quella risoluzione, non esportare a 44,1 KHz.
È estremamente importante anche tenere un’adeguata profondità di bit. Evita i 16bit, stai almeno sui 24bit. In ogni caso, evita di ridurre il bitrate, anche per minimizzare eventuali artefatti introducibili in fase di dithering.
Silenzio
Se hai scritto e composto il tuo brano completamente al computer, è plausibile che abbia iniziato a farlo dalla battuta numero 1, che corrisponde sulla timeline temporale al secondo 0.
Se hai seguito la stessa logica anche in mix, allora il tuo brano inizierà esattamente all’istante 0.
Questo non è un bene, dovrebbe sempre esserci un minimo di silenzio prima dell’inizio del brano (eccezion fatta ad esempio per brani facenti parte di concept album senza interruzioni).
Verifica quindi che sia presente, in alternativa sposta leggermente tutte le tracce affinché compaia.
Stesso discorso vale per la fine del brano, non chiudere l’esportazione esattamente nel punto in cui il brano termina, ma lascia un secondo o più di silenzio dopo la sua conclusione.
Rumore di fondo
Tieni a bada il rumore di fondo!
In base al genere del brano, al fatto che abbia registrato degli strumenti reali microfonati o abbia usato per il mix outboard analogico, o digitale che lo emula, è possibile che sia presente un certo rumore di fondo o un fruscio diffuso.
Se è così, in seguito alla fase di mastering potrebbe diventare molto più avvertibile e magari fastidioso.
Controllarlo in fase di mix evita un bel mal di testa a chi dovrà masterizzare i tuoi pezzi.
Clic e pop
I clic e i pop sono quei fastidiosi rumori che si sentono in un brano e sono causati da un errato processo di editing (taglio degli eventi in punti nei quali l’onda sonora non è alla posizione 0), o da alcuni tipi di micofonature ravvicinate (es. sbuffi di fiato su tracce vocali).
In alcuni casi è possibile intervenire per eliminarli o ridurli anche in fase di mastering, ma non sempre. Inoltre l’operazione potrebbe richiedere parecchio tempo, mentre se eseguita sulla sessione di mix potrebbe richiedere solo pochi secondi.
Esportazione dei file
Alcune DAW permettono (alcune costringono) di esportare offline, ovvero impiegando un ammontare di tempo inferiore alla durata del brano stesso.
È tendenzialmente una modalità da evitare, poiché aumenta il rischio di introdurre degli errori di calcolo, che si traducono, per dirla in maniera più semplice, in un suono diverso del file esportato rispetto a quello che si sentiva prima dell’esportazione.
Per quanto sia un’eventualità remota, e considerando che ormai i computer recenti non hanno più grossi problemi a renderizzare offline senza intoppi una sessione anche complessa, sarebbe comunque meglio evitare questa pratica.
Quando è possibile quindi esporta in tempo reale.
Nome file
Sia che debba consegnare i tuoi file online sia che li debba consegnare in uno studio fisico, nominali sempre con attenzione.
Ogni studio ha le sue linee guida al riguardo, ma in linea di massima una struttura tipo potrebbe essere come questa:
NomeArtista_NomeBrano_VersioneMix_FreqCampionamento_Bitdepth
Riferimento
Buona norma vuole che insieme ai tuoi brani, consegni allo studio di mastering anche un riferimento.
Un riferimento non è altro che un brano già edito al quale desideri che il tuo brano si avvicini, per sonorità e/o altre caratteristiche.
Tantissimi fonici di mastering lo richiedono, a meno che non abbiano un loro “stampo” che coincide esattamente con quello che vuoi ottenere tu stesso.
Suggerimenti
Non lesinare in suggerimenti!
Un riferimento audio certo aiuta, ma non sempre è sufficiente a far capire al fonico quello che stai cercando.
Non perché il fonico è duro a capire, sia chiaro, ma piuttosto perché specie in produzioni piccole, aspettative e realtà non sempre coincidono. Proprio per questo è bene mettere sempre in chiaro le proprie richieste nel modo più dettagliato possibile. Sarà poi la tua controparte a dirti se quello che suggerisci è o non è tecnicamente fattibile in base al materiale che gli hai fornito.
Stem
Nel caso in cui hai scelto di seguire la strada del mastering stem in luogo di quella del più tradizionale mastering stereo, valgono tutte le regole che hai già letto in questo articolo.
La differenza sta nel fatto che, a seguito di un colloquio con l’ingegnere di mastering, potresti dover creare un numero di stem diverso da quello che ti aspettavi.
Ad esempio è possibile lavorare su soli tre stem:
- Sezione Ritmica (batteria, percussioni, basso…)
- Sezione Armonica (tastiere pad, chitarre, cori…)
- Sezione Melodica (voce principale, assoli…)
Ma è possibile lavorare anche su molti più stem. In base ai generi musicali potrebbe essere necessario fare un esportazione separata per il solo kick, oppure in un brano potrebbero servire solo due stem, uno per la voce e uno per tutto il resto del brano.
Insomma le possibilità sono davvero tante e diverse tra loro, ecco perché è importante il contatto diretto e preliminare con il fonico che si occuperà dei tuoi brani.
Se poi vuoi essere certo di produrre il mix migliore possibile, posso darti una mano a realizzarlo mostrandoti quali sono le procedure da seguire e insegnandoti a utilizzare la DAW e i processori di segnale utili allo scopo.
Scopri come posso aiutarti con la mia Consulenza Audio Online.