Oggi voglio parlarti di compressione, e più nello specifico voglio mostrarti quanti e quali sono i tipi di compressore audio e quando usare ciascuno.
Un compressore non vale l’altro, manco per nulla. Oggi purtroppo capita ai meno esperti di cadere nella trappola del questo mi sembra figo, uso questo và.
In realtà c’è spesso un compressore ideale per ogni applicazione specifica. Se hai bisogno di livellare i picchi di una traccia sarà meglio usarne un tipo, se vuoi amalgamare più tracce insieme sarà meglio usarne uno completamente diverso.
Anche se usi solo compressori plugin, in tanti si rifanno al funzionamento di compressori analogici, ecco perché ha senso conoscere almeno le famiglie principali.
Partiamo subito dalla prima.
NOTA: se ancora non sai cos’è e a cosa serve il compressore ti rimando prima alla lettura di questo articolo dove lo spiego in modo semplice.
Compressore FET / a Transistor
I compressori FET devono il loro funzionamento prevalentemente a transistor che ne gestiscono il grado di azione. FET è infatti un acronimo che sta per field-effect transistor.
Questa classe di processori di dinamica è l’ideale in due circostanze:
- Quando si vuole attenuare dei picchi di volume molto repentini che tendono a sfuggire ad altri compressori.
- Quando si cercano compressioni molto aggressive.
Il più famoso compressore di questo tipo è sicuramente l’1176, prodotto inizialmente da UREI e attualmente da Universal Audio.
Il suo tempo di attacco tende quasi a zero, e se impostato in modalità All Buttons In (premendo cioè tutti i tasti relativi alle varie ratio disponibili) si comporta quasi come un limiter.
Questo lo rende ottimo anche per compressioni parallele, su batterie ma non solo.
Compressore Ottico / Opto
I compressori ottici, chiamati anche compressori opto, hanno un comportamento diametralmente opposto ai compressori FET.
Hanno infatti un’azione molto più moderata e, per così dire, molto musicale.
I tempi di attacco sono decisamente più lenti, ma ancora più lunghi sono i tempi di release, che su alcuni modelli possono raggiungere e superare i 10 secondi.
Dato il loro comportamento, sono ottimi in primis sulle voci, ma anche più in generale su tutte quelle tracce che richiedono compressioni morbide.
Il membro più famoso di questa categoria è il Teletronix LA-2A, oggi commercializzato sempre da Universal Audio.
Come puoi vedere dall’immagine sopra, per quanto riguarda i controlli è decisamente essenziale: con una manopola scegli la quantità di compressione, con l’altra recuperi il volume perso. Tutto qui, facile da usare e suona che una meraviglia.
Non è certo un prodotto a buon mercato, come l’1176 del resto, ma ci sono case come Warm Audio che ne producono dei cloni a un terzo del costo.
Compressore VCA
I compressori VCA (voltage-controlled amplifier) sono tra gli analogici quelli che permettono una maggior personalizzazione dei controlli, e di conseguenza della compressione.
Qui puoi solitamente ritrovare tutti i più comuni parametri su cui intervenire: threshold, ratio, attacco e rilascio, più a volte anche qualcosina extra.
Essendo molto personalizzabili sono adatti a potenzialmente qualsiasi situazione nella quale sia richiesta una compressione di qualsiasi tipo. Li puoi usare per dare punch a singole tracce così come per incollare tra loro più tracce appartenenti allo stesso gruppo strumentale (ad esempio sul bus/gruppo della batteria).
Volendo citare un modello su tutti, vado sul G-Comp SSL, originariamente integrato sui banchi G-Series e oggi disponibile anche come modulo indipendente.
Un gioiellino presente in un numero sterminato di studi in giro per tutto il mondo.
Compressore Valvolare / Vari-Mu
La famiglia dei compressori vari-mu, o compressori valvolari, comprende modelli adatti specialmente per il mastering o, quando utilizzati in mix, per aggiungere colore agli strumenti, amalgamare tra loro più tracce o per processamenti paralleli.
Il modello che vedi nell’immagine è tra i più rappresentativi della categoria, il Manley Variable MU Limiter Compressor. Prezzo di listino circa 4.500€.
Per fortuna esistono alcune sue emulazioni plugin decisamente più economiche che ti consentono di avere, anche se non un risultato proprio identico, almeno simile, come il Mu Limiter Compressor di Pulsar Audio.
I compressori vari-mu sono molto meno precisi nella loro azione rispetto ai VCA, e si comportano spesso in modo peculiare in base all’audio che gli passa attraverso.
Ciò non toglie che siano quelli che offrono – forse – il sound più piacevole tra tutti.
Compressore Digitale / Software
L’ultima grande categoria di compressori che mi sento di menzionare è quella dei compressori digitali / software.
Gli hardware che al loro interno lavorano in digitale stanno ormai venendo rimpiazzati quasi totalmente dai plugin che girano sulle DAW. Circoscrivo l’ambito quindi in questo senso.
Ci sono compressori plugin che emulano tutti i tipi di compressore già mostrati finora. Ne trovi elencati ben 25 di ottima qualità nel PDF Compressori TOP 10 compreso nel mio video corso Compression Basics (si, anche se il titolo è inglese, il corso è completamente in italiano 😉).
Allo stesso tempo ci sono però dei compressori plugin che non sono emulazione di nulla, completamente originali, che sono comunque in grado di replicare il comportamento delle famiglie analogiche semplicemente impostandone in un determinato modo i parametri. Vedi ad esempio il solito Pro-C 2 di FabFilter.
Oltre a questo, in tanti sono capaci di fare anche molto altro. Alcuni rendono semplicissima l’applicazione della compressione side-chain, oppure altri hanno una sorta di “preveggenza” che gli consente di avere tempi di attacco potenzialmente uguali a 0ms (funzione look-ahead).
Insomma il solo mondo dei compressori plugin è, appunto, un intero mondo pieno di mille sfumature.
A tal proposito, se vuoi saperne un po’ di più e soprattutto vuoi imparare a usare il compressone nei tuoi brani, posso insegnarti io come farlo tramite lezioni individuali online.