Guida al Mixaggio Audio per Principianti
Guida al Mixaggio Audio per principianti

Guida al Mixaggio Audio per Principianti

In questo articolo troverai le risposte ai tuoi dubbi riguardanti il mixaggio audio.

Questa che segue non è una guida al mixaggio indirizzata a insegnarti come si mixa, è piuttosto una guida che ti spiegherà cos’è il mixaggio, quali sono le differenze tra mixaggio e mastering, quali quelle tra mixaggio analogico, digitale e ibrido, quali sono le principali tecniche con le quali farlo e quali i software migliori adatti allo scopo.

Ho deciso di scrivere questo post perché riscontro sempre più spesso che regna un’enorme confusione intorno all’argomento.

Tutti che cercano l’ultimo tutorial su come “pompare” la cassa, trascurando completamente i concetti che stanno alla base del procedimento. Come in tutti gli ambiti, se non si hanno ben chiare le nozioni basilari, il risultato del lavoro non può che essere non soddisfacente.

Dedico quindi questa guida a chi si sta approcciando al mondo della produzione e della post produzione audio per la prima volta, o a chi, anche avendo già avuto esperienze al riguardo, ha ancora le idee confuse.

LEGGI ANCHE:  Come Equalizzare la Batteria Acustica

Il Mixaggio Audio

Inizio subito con il dare una definizione di mixaggio audio.

Il mixaggio audio è quell’insieme di tecniche che consente, partendo da un gruppo più o meno ampio di tracce audio indipendenti, di unire e amalgamare queste ultime al fine di ottenere come risultato un unico flusso sonoro stereofonico.

Ovviamente stereofonico in buona parte dei casi. Se il mix è indirizzato ad esempio ad accompagnare le immagini di un film al cinema, in quel caso la sequenza sonora sarà composta da almeno 6 flussi in totale (come nel caso del 5.1).

Nella stragrande maggioranza dei casi, quando si parla di musica da commercializzare su CD, Vinile, o piattaforme di download e streaming online, il risultato sarà un flusso sonoro stereofonico (composto da due canali, destro e sinistro, che, seppur molto simili tra loro, saranno diversi).

Nel caso si lavori in digitale, questo flusso sonoro sarà racchiuso all’interno di un file audio, solitamente in formato WAVE o AIFF.

Ora che hai chiaro questo concetto, avrai anche intuito qual è la differenza tra il mixaggio audio e il DJ mixing.

Con DJ mixing infatti si intende il processo di creazione di una sequenza musicale, con tutte le varie pratiche che stanno nel mezzo. In questo caso si opera con brani già finalizzati, che hanno già subito i processi di mixaggio e mastering audio.

Come Fare un Mixaggio

Arriviamo ora a capire come si struttura l’intero procedimento e quali sono gli scopi da raggiungere.

Partiamo dal presupposto che hai già a disposizione tutte le tracce separate del tuo brano.

Avrai quindi già almeno una traccia per la cassa, una per il rullo, una per l’hi-hat e via dicendo per ogni pezzo del kit di batteria (guai a lavorare sull’intera batteria registrata su una singola traccia stereofonica!), così come ne avrai una per ogni microfono che hai usato in registrazione, e una per ogni suono derivante da un synth, da un campionatore o da una raccolta di sample.

Con tutte le tue belle tracce, il cui numero potrebbe essere di solo 20 come anche di 100, puoi iniziare a imbastire la tua sessione di lavoro.

Le tecniche di mix sono un’infinità. Ogni fonico o tecnico del suono (come siamo soliti chiamarli noi italiani), o mix engineermixer (come sono soliti chiamarsi nel mondo anglosassone) ha le sue preferenze, le sue “ricette segrete” che gli consentono di arrivare al medesimo risultato: un brano ben bilanciato che suoni bene e che sia pronto ad affrontare la fase di mastering.

A prescindere dalla scuola di pensiero e dalla formazione ricevuta, tutti quanti seguono dei procedimenti che agiscono sugli stessi aspetti. Così come fanno tutti, così dovresti fare pure tu.

Cerco di rendertela semplice, per cui dovendo indicarti gli ambiti sui quali operare, potrei riassumerli così:

  • Bilanciamento Dinamico tra le Tracce – Una delle prime azioni consiste nel bilanciare il volume delle tracce che compongono il brano. Anche con i soli volumi è possibile dare una maggiore o minore rilevanza a uno strumento a discapito di un altro.
  • Bilanciamento Dinamico del Brano – Oltre a equilibrare i volumi delle varie tracce, è importante allo stesso modo bilanciare i volumi dell’intero brano. In base ai generi le regole cambiano, ma in linea di massima si cerca di tenere un volume relativamente alto senza però sacrificare sia le macro-dinamiche, ovvero le variazioni di volume tra le sezioni (intro, strofe, ritornelli ecc.), sia le micro-dinamiche, cioè le normali variazioni di volume dei singoli strumenti.
  • Bilanciamento Timbrico – Il solo volume non basta a definire l’importanza di uno strumento nel mix. Il suo contenuto timbrico (le frequenze dalle quali è composto) è fondamentale che sia ponderato e preciso.
  • Bilanciamento Stereofonico – Stiamo lavorando in stereofonia, giusto? Quindi cerchiamo di distribuire gli strumenti su tutto il panorama stereofonico, relegando ognuno nel suo spazio.
  • Bilanciamento Spaziale – Nel mix non c’è solo una destra e una sinistra, c’è anche un davanti e un dietro. Si posizionano gli strumenti più importati davanti, quelli meno dietro.
  • Indirizzamento dell’Ascoltatore – Il fattore a cui i neofiti pensano meno. È chi mixa il brano che decide su cosa deve porre l’attenzione l’ascoltatore. Se si vuole che quello strumento sia ciò che chi ascolta deve percepire maggiormente, si fa in modo che gli sia data maggiore importanza in mix.

Detta così sembra facile, in realtà tutte le operazioni necessarie a controllare questi ambiti posso rivelarsi estremamente complesse. Per lo meno se fatte a casaccio o senza criterio.

Il modo migliore per imparare a mixare è prima studiare come si fa, e solo dopo esercitarsi nel farlo. Un po’ come in ogni altro campo, no?

Veniamo ora a tutta una serie di considerazioni e temi accessori ai quali magari non hai ancora badato o verso i quali nutri ancora dei dubbi.

Impara a Mixare le tue Tracce

Mixaggio o Missaggio?

Una domanda che mi sento rivolgere spesso è: si dice mixaggio o missaggio?

La risposta è: dillo come preferisci!

In italiano sarebbe più corretto utilizzare il termine missaggio, il cui significato è, come la stessa Treccani riporta: “[…] il procedimento con cui due o più registrazioni sono fuse in un unico supporto”.

Il termine mixaggio invece è una derivazione dell’inglese to mix, che sta per miscelare, mescolare insieme più elementi.

Ad ogni modo, qualsiasi forma preferisca utilizzare sarai sicuramente capito da chiunque!

Differenza tra Mixaggio e Mastering

Affinché un brano sia pronto per la pubblicazione deve seguire due passaggi: il mixaggio e il mastering.

Su cosa sia il mixaggio ho già risposto, sul mastering invece posso dire che è quel processo che porta un brano, già opportunamente mixato, a essere idoneo alla distribuzione commerciale.

Mentre in mix si lavora su decine di tracce, il mastering si basa usualmente sul processamento di un solo file stereofonico (o di alcuni, nel caso del mastering stem).

Il mastering è un argomento complesso almeno tanto quanto la fase che lo precede. Per spiegarti meglio, ho già scritto un articolo al riguardo, lo trovi qui: Guida al Mastering Audio per principianti.

Il Mixaggio Analogico

Ci sono più modi per eseguire il mix di un brano. Ci si può avvalere di macchine analogiche, di software, o di entrambi.

Nel caso si abbia la possibilità di usare mixer ed effettistica analogica, i procedimenti non cambiano granché da quelli che si praticano in loro assenza.

Quello che cambia quando si sceglie l’analogico al posto del digitale è il tempo che si impiega per portare a termine il lavoro, che è generalmente maggiore, e soprattutto i costi interessati.

Un banco analogico di fascia alta arriva a costare centinaia di migliaia di euro, motivo per cui non sempre si può scegliere questa opzione.

Se il tuo budget totale per l’allestimento del tuo home studio è di centinaia o al massimo di poche migliaia di euro, il mio consiglio è di lasciar perdere l’analogico e di dedicarti al lavoro in digitale. Al limite, puoi optare per una soluzione ibrida.

Il Mixaggio Digitale

Il mixaggio digitale è quello che si fa all’interno di una DAW, con mixer ed effettistica virtuali.

È la scelta primaria per chiunque inizi in questo mondo, giacché le spese da affrontare sono relativamente molto basse.

I risultati possono anche essere più che apprezzabili, ma immaginando due persone di pari capacità e competenze, quella che ha a disposizione solo software, anche se di fascia alta, probabilmente produrrà risultati qualitativamente inferiori rispetto a quelli prodotti dalla persona che ha sotto mano le macchine, purché siano sempre di alto livello.

Dieci anni fa la differenza tra i due prodotti sarebbe stata incredibilmente alta. Oggi questa distanza si sta assottigliando, lentamente ma inesorabilmente.

Il Mixaggio Ibrido

Il mixaggio ibrido è la soluzione che si sta adottando attualmente in maniera pervasiva anche nei contesti più in.

Con mix ibrido si intende l’utilizzo combinato di hardware e software. Si unisce quindi la qualità analogica alla comodità digitale per ottenere un prodotto di ottimo livello in tempi contenuti.

Eccezion fatta per i puristi, praticamente in ogni produzione si nasconde almeno un plugin nella catena audio.

I Software per Mixare

Sia nel caso del mixaggio digitale sia nel caso di quello ibrido, c’è la necessità di utilizzare una DAW per smistare le tracce e organizzare la sessione di lavoro.

DAW è un acronimo per Digital Audio Workstation, che sta a significare, tra le altre cose, un software che consente di registrare e/o mixare e/o masterizzare tracce audio.

Di DAW con le quali si può mixare ce ne sono un’infinità. Giusto per citare le più utilizzate (in ordine alfabetico):

Sono davvero tantissime, senza contare quelle freeware o economiche.

Le ho provate almeno una volta praticamente tutte, ovviamente però non le uso tutte costantemente. Quelle che preferisco le trovi qui: Le Migliori DAW Software per Registrazione e Mixaggio.

Preparati a Mixare!

Ora che hai compreso cos’è il mixaggio e a cosa serve, non ti resta che iniziare a imparare a farlo.

No, non è affatto una passeggiata, produrre un buon mix ti costerà tanta fatica, seguita da tanto studio e da tanti errori.

Per fortuna le fonti dalle quali apprendere oggi non mancano.

Anche qui sul blog puoi trovare tanti spunti interessanti!

Trovi delle guide indirizzate alla scelta del setup per il tuo home studio, come quelle dedicate alla scelta della scheda audio o delle casse monitor.

Trovi spiegato come installare i plugin VST terzi nelle principali DAW (ad esempio su Cubase o Ableton Live).

Trovi una guida all’ottimizzazione di Windows 10 per l’utilizzo col software audio.

Trovi la spiegazione dei principali strumenti che si adoperano in fase di mixaggio, come quella dedicata al compressore audio.

Trovi svelate alcune delle più usate pratiche di mix specifiche per applicazioni particolari, come quelle sull’equalizzazione della batteria acustica o sulla compressione side-chain.

Trovi la recensione dei migliori tool per l’ear training (ovvero la pratica di allenamento dell’orecchio al riconoscimento delle qualità di un suono), come TrainYourEars 2 e SoundGym.

Oltre a questo trovi ancora tanto altro, non ti resta che spulciare tra le centinaia di pagine già online 🙂

E se questo non ti bastasse, beh posso anche insegnarti personalmente tutto quello di cui hai bisogno. Come? Lo trovi spiegato in questa pagina: Consulenza Produzione e Mixaggio.

Bene, credo di averti fornito una panoramica abbastanza ampia su quello che è il mixaggio audio, ora non mi rimane che salutarti augurandoti buono studio, e ovviamente buon mixaggio!

Scarica la mia Mixing e Mastering Checklist
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