Synth synth synth!
Un marea di synth è quello che trovi nello strumento virtuale che ti presento in questo articolo.
Oggi ti parlo di Syntronik, l’ultimo virtual instrument di IK Multimedia che emula decine di sintetizzatori analogici vintage.
Vediamo insieme di che si tratta.
IK Multimedia – Syntronik
Syntronik è un soft synth che mi ha incuriosito sin dalla sua prima presentazione.
Qui sul blog ho già recensito parecchi synth, emulazioni di macchine analogiche e non, ed ero davvero desideroso di capire il funzionamento anche dello strumento proposto da IK Multimedia, che mi ha dato la possibilità di testarlo nelle ultime settimane.
Partiamo dal principio. Syntronik è un insieme di 17 synth virtuali modellati a partire da 38 sintetizzatori analogici tra i più famosi (o rari) mai costruiti. Ti mostrerò fra poco quali sono.
La tecnologia usata per realizzare lo strumento è chiamata DRIFT™, che a detta dell’azienda è in grado di riprodurre il comportamento degli oscillatori fin nei minimi dettagli.
Syntronik però non è uno strumento basato unicamente sulla sintesi, infatti sotto al cofano ha un’enorme quantità di campioni, usati come punto di partenza per il modellamento digitale.
Syntronik: Interfaccia e Funzionamento
L’interfaccia dello strumento è divisa in più tab, ognuna della quali è riservata a un particolare gruppo di funzioni. Direi che in generale è piuttosto ordinata e ben strutturata. È semplice trovare quello che si cerca senza entrare in menù chilometrici, e la possibilità di ridimensionare la finestra a piacimento senza la minima perdita di qualità visiva è un vero plus.
Avere a tutto schermo i controlli del synth che si sta suonando è una feature che ho trovato molto piacevole.
Ti mostro ora le diverse schermate un pochino più nel dettaglio.
Layers
Syntronik ti da la possibilità di creare suoni con fino a 4 layer, sovrapposti o meno.
Grazie a questo puoi fare due cose:
- Dividere la tastiera in più parti e assegnare ad esempio diverse ottave a diversi suoni.
- Creare suoni enormi, risultanti dalla somma di fino a quattro synth che suonano contemporaneamente.
Preset Browser
Nella sezione browser trovi tutti i preset (più di 2000), con dei filtri per la semplificazione della ricerca.
I filtri sono relativi al synth sul quale si applicano, alla categoria sonora (lead, pad, bass, ecc.), al timbro, allo stile, al genere musicale o addirittura al mood che si sta cercando di creare. Cliccando su ogni preset, sulla destra compare una sua breve descrizione, così che anche senza caricarlo si può avere un’idea di cosa quella patch contiene.
L’interfaccia dei Synth
L’interfaccia dei synth è ciò che farà gola ad alcuni e che allo stesso tempo lascerà spaesati altri.
Come puoi vedere tu stesso dall’immagine sopra, è evidente la somiglianza con la controparte reale (in questo esempio Roland Juno-60). Quello che balza subito all’occhio sfogliando le diverse emulazioni, è che sono sostanzialmente uguali l’una con l’altra.
Provo a spiegarmi meglio.
Ogni synth emulato non è ricreato nella sua totalità ma, partendo da un suo campionamento, ogni patch riporta quel suono con una serie di controlli uguale per ogni synth, a prescindere da quelli presenti sul modello originale.
Per cui su ogni modello si hanno gli stessi filtri, gli stessi controlli di inviluppo, LFO e via dicendo.
Non sto dicendo che sia un male, semplicemente se ti aspetti di avere sottomano 38 synth analogici dai quali ottenere ogni suono realmente possibile, sappi che non è possibile farlo, almeno non al 100%.
Piuttosto quello che hai è un parco suoni, derivanti dalle macchine reali, che puoi liberamente modulare come se li stessi modulando con le macchine reali, ma con le limitazioni (se così vogliamo chiamarle) imposte dal numero di controlli.
Personalmente trovo questa scelta progettuale piuttosto azzeccata. Cosa c’è di meglio che avere il suono di ottimi synth senza doversi studiare da cima a fondo ogni strumento per riuscire a tirarne fuori qualcosa di interessante?
Una delle feature più caratterizzanti è la possibilità di scegliere ben 7 tipi di filtri diversi, 4 modellati su filtri analogici e 3 digitali:
- M-Type (basato su Moog)
- R-Type (basato su Roland)
- C-Type (basato su Curtis)
- O-Type (basato su Oberheim)
- Classic (mutuato da SampleTank)
- Phaser
- Formant
Nell’immagine sopra è mostrata la sezione filtri così com’è nel modello chiamato Minimod (il nome ti ricorda nulla?).
I Synth di Syntronik
Prima ancora di sentire come suona questo strumento, ti mostro quali sono i synth emulati. Nell’immagine a lato puoi vedere i più rappresentativi.
Come dicevo a inizio post sono 38, campionati e modellati per formare un insieme di 17 strumenti suonabili.
Si tratta di marchi come Moog, Roland, Oberheim o Yamaha, giusto per citarne alcuni.
Trovi l’elenco completo con le demo audio di ognuno a partire dalla pagina prodotto ufficiale sul sito.
Scorrendo l’elenco noterai sicuramente molti nomi noti.
Gli Effetti
La sezione effetti permette di impostare fino a 5 effetti simultanei a scelta fra una rosa di:
- 12 Modulatori
- 6 Processori di Dinamica
- 6 Processori d’effetto
- 6 Distorsori
- 4 Filtri
- 4 Emulazioni di Amplificatore
L’Arpeggiatore
Chiude il quadro l’arpeggiatore integrato, al quale è dedicata un’intera finestra.
Oltre i preset onboard forniti in gran numero e suddivisi in base agli step che si intende utilizzare, sono presenti i controlli basici che si trovano solitamente in questo tipo di strumento.
Syntronik: in Prova
Dopo la diffidenza iniziale dovuta a una prima impressione non pienamente positiva, ho cercato di tirar fuori da Syntronik il massimo possibile.
La realtà dei fatti è che non si hanno realmente a disposizione tutti quei synth “per intero”, si ha piuttosto una loro “rappresentanza”.
Avendo usato recentemente anche degli altri prodotti simili, inizialmente questa limitazione mi ha lasciato un pochino basito.
Conoscendo però per esperienza passata quanto siano potenti i software IK Multimedia (tempo fa scrissi di Amplitube 4) non mi sono lasciato condizionare dalla prima impressione e ho cercato di sfruttare tutto quello che mi veniva concesso dal software.
Il risultato?
Ho trovato un software molto divertente e dalle grandissime potenzialità.
Verosimilmente ho forse travisato la natura di questo strumento. Syntronik vuole essere una rappresentazione digitale del sound dei synth che emula, anziché dei synth in sé.
In questo ci riesce in maniera egregia. I suoni sono di grande qualità e coprono un arco di sonorità molto diverse tra loro, dai synth bass più aggressivi ai pad più delicati.
Gli effetti arricchiscono i suoni non poco. Alcuni li ho trovati molto gradevoli (specialmente i distorsori e gli affini), altri meno (come i riverberi).
In definitiva, ti consiglio Syntronik se vuoi dei suoni facili e immediati. Te lo consiglio meno se quella che cerchi è un’emulazione precisa 1 a 1 di un synth in particolare.
Anche considerando il prezzo al quale è venduto, direi che se rispetta i tuoi canoni di utilizzo è un acquisto più che consigliato.
Prima di parlarti dei costi voglio proporti l’ascolto delle demo audio ufficiali.
Giudica da te la qualità dei suoni!
Prezzo e Specifiche
Syntronik può essere acquistato in un unico pacchetto, o partendo dalla versione freeware è altrimenti possibile acquistare i singoli moduli separatamente.
L’intero strumento occupa oltre 60GB di spazio su disco, e per essere usato sono consigliati 8GB di RAM.
Una volta scaricato e installato si può usare in stand-alone o come plugin nei formati VST, AU e AAX.
Il costo per la versione completa è attualmente di 299,99€ + IVA ( 329,99€ + IVA per la versione su drive USB).
Se preferissi possedere solo qualcuno dei synth emulati, il costo di ognuno è di 49,99€ + IVA.
Per ulteriori informazioni, per l’acquisto o il download della versione di prova o free, visita il sito ufficiale IK Multimedia.