Te ne avevo già accennato qualche tempo fa, appena era stata annunciata al NAMM Show 2017.
Gadget for Mac, la versione per macOS della DAW Korg già famosa in ambiente iOS, mi ha incuriosito fin da subito, ma solo ora che KORG mi ha dato la possibilità di provarla posso togliermi ogni dubbio e trovare risposta alle domande che mi assillano da un po’ di tempo.
Ha senso portare sul desktop una DAW nata per il mobile?
Ha senso, in un mercato già saturo, portare avanti il progetto di una nuova DAW?
Ma soprattutto…
Ha senso spendere soldi per questa DAW??
Dopo averla provata nelle ultime settimane, ho trovato le mie risposte.
KORG Gadget for Mac
Questo software ha seguito un iter inusuale rispetto a quello che si verifica normalmente, dove cioè i produttori tendono a portare sul mobile delle soluzioni già rodate su desktop.
Proprio per questo motivo però posso già rispondere a una delle mie domande. Si sa che le applicazioni nate per iOS sono spesso per loro natura facili e piacevoli da usare (non me ne vogliano gli Apple haters). Portare questa facilità d’utilizzo e questa freschezza anche sui PC, fa sì che vecchie glorie più blasonate appaiano pesanti e, appunto, vecchie.
Interfaccia e Caratteristiche
L’interfaccia di gadget è piuttosto caratteristica. È ordinata, pulita e priva di orpelli e distrazioni.
Si divide in 4 quadranti, che si possono ridimensionare e/o nascondere.
In alto a sinistra c’è la sezione Song, dove, similmente su Ableton Live, possono essere create, copiate e sincronizzate le diverse clip audio o MIDI.
In alto a destra c’è la sezione Editor, dove è possibile scrivere, registrare e visualizzare il contenuto di ogni celletta (clip/phrase). Anche qui si trovano delle analogie con altre DAW di produzione.
In basso a sinistra c’è la sezione Mix, dove è presente un classico mixer con tutte le funzioni annesse (fader, insert, mandate effetto ecc.).
In basso a destra c’è la sezione Sound, dove è possibile visualizzare e modificare i parametri dei Gadget, così come vengono chiamati i diversi strumenti presenti nella DAW dai quali prende il nome.
A differenza della maggior parte delle DAW destinate alla produzione musicale, non sono presenti menù a tendina con elenchi infiniti di voci e non si devono imparare decine e decine di shortcut da tastiera per scrivere la musica in modo lineare e veloce.
Per certi aspetti ricorda le vecchie versioni di Reason, minimali ma funzionali.
Sulla parte superiore dell’interfaccia sono presenti alcune icone che richiamano le poche funzioni extra disponibili su Gadget.
Le diverse icone aprono dei piccoli menù relativi a (da sinistra a destra):
- Apertura e salvataggio di nuovi progetti; importazione file MIDI.
- Salvataggio e apertura dei progetti direttamente da iCloud Drive (funzione utilissima se si usa anche la versione per iPad).
- Esportazione di quanto fatto sotto forma di file audio, file MIDI o progetto Ableton Live.
- Abilitazione della funzione Link
- Caricamento online del progetto attivo nei servizi Allihoopa e GadgetCloud
I Gadget
I Gadget, come ti anticipavo prima, rappresentano le diverse tracce che puoi creare sulla DAW.
Sono 31 e si dividono in 4 tipologie:
- Synth
- Drum
- Keyboard
- Audio Track
Ce n’è un po’ per tutti i gusti, dai sintetizzatori ai campionatori passando per drum machine e pianoforti, anche se l’indirizzo primario è quello della musica elettronica vista in senso ampio.
Questi strumenti possono essere usati anche esternamente a Gadget sotto forma di plugin.
Quando si acquista Gadget quindi, si stanno acquistando in realtà anche 31 VSTi utilizzabili in altre DAW.
Ti lascio qui di seguito una buona raccolta di demo audio dei singoli moduli.
Gadget for Mac: in Prova
Di software di produzione musicale ne ho provati tanti, dai più basilari ai più complessi. Ho quindi bene in mente le logiche generali dei programmi, e a meno che non richiedano dei procedimenti contorti per eseguire operazioni basiche, non ho solitamente grosse difficoltà a lavorarci agilmente dopo un po’ di pratica.
Ci vuole sempre comunque un certo periodo di rodaggio nel quale capire dove si trovano i tasti per le funzioni principali, per imparare un minimo di scorciatoie da tastiera e per ambientarsi tra le finestre e nello spazio di lavoro.
Con Gadget questo non è stato necessario, dopo 5 minuti di utilizzo ero pienamente in grado di operare su tutti i livelli.
La velocità con la quale sono riuscito a buttare giù delle idee, rispetto alle DAW che uso normalmente, è impressionante.
Non ci sono finestre che si sovrappongono, non ci sono comandi nascosti. Non ho avuto il bisogno di aprire una volta il manuale.
Semplicità quindi pare la chiave di tutto il software, che si paga però in limitazione di funzioni. E qui veniamo alle note dolenti.
Mentre sulle tracce MIDI le operazioni che si possono svolgere sono le stesse di qualsiasi altra DAW, l’editing delle tracce audio è basilare, decisamente troppo basilare.
Quindi se da un lato la quantizzazione automatica, la registrazione veloce e le varie funzioni legate alla scrittura di una parte su uno strumento virtuale si possono eseguire in modo molto chiaro e ordinato, la registrazione, ma ancor più la gestione in post dell’audio registrato, non la definirei proprio esaustiva.
È un qualcosa che gli sviluppatori Korg già sanno. Non si spiega diversamente la possibilità di esportare il progetto in toto su Ableton Live, pensata probabilmente per consentire all’utente di finalizzare qui la sua traccia iniziata su Gadget.
L’altra grande limitazione è la restrizione dei Gadget, che sono insieme punto di forza e di debolezza del programma. Se da un lato offrono ampissime possibilità sonore, dall’altro il vincolo di usare solo loro e non altri plugin esterni limita tutti i producer abituati a trovare il proprio sound con soft synth specifici.
Anche in questo senso trovo un’altra similitudine con Reason, che fino alla versione 9.4 non consentiva di usare al suo interno plugin in formato VST.
Tirando le somme, i pregi di Gadget superano i suoi difetti, che proprio difetti a vederla bene non sono, sarebbe meglio chiamarle limitazioni.
Se si considera che queste limitazioni sono in qualche modo necessarie allo scopo di offrire un workflow pulito e velocissimo, beh mi sta bene così.
Non potrei mai usare questa DAW per scrivere e mixare insieme un brano per intero, ma sono certo che mi sarà preziosissima tutte quelle volte che avrò delle idee da scrivere velocemente.
Prezzo e Specifiche
Gadget for Mac è ovviamente disponibile solo per computer Apple, con sistema operativo macOS 10.10 (Yosemite) o più recente.
Per il corretto funzionamento sono raccomandati processore Intel i5 e 8GB di RAM.
I Gadget Plugin invece sono disponibili in formato VST, AAX e AudioUnits e supportano lo standard NKS.
Gadget for Mac può essere acquistato sullo store ufficiale Korg al costo di 299$.
È presente anche una versione gratuita, Gadget Le for Mac, che presenta delle ovvie limitazioni, scaricabile liberamente da qui.
Per maggiori informazioni visita le pagine dedicate sul sito Korg.