Tra le decine di DAW software in circolazione, oggi è ormai guerra aperta.
Non solo tra i produttori, ma ancora di più fra gli utilizzatori. Sarà capitato sicuramente anche a te di sentire un utilizzatore di Pro Tools dire peste e corna di Cubase. Ti sarà capitato allo stesso modo di sentire un utilizzatore di FL Studio deridere un affezionato di Ableton Live. E ti sarà capitato anche di sentire l’esatto opposto.
Stando a contatto con persone che passano l’intera giornata o quasi davanti alla propria DAW, questo aspetto per me è molto rilevante. Conosco tante persone che usano uno specifico software per motivi ben precisi che concretamente favoriscono la loro produttività. Al contempo però sento giustificazioni strampalate dietro le quali si nasconde a volte una triste verità: non ho mai provato altro, sono capitato su questa DAW per caso, uso questa perché l’ho trovata crackata.
Il modo peggiore in assoluto di approcciarsi a un software, dal punto di vista legale, etico e funzionale.
Prima di poter dire di aver trovato la DAW più utile per te, in base all’utilizzo che devi farne, dovresti per lo meno averne provate diverse.
Imparare a usare un software di questo tipo però può richiedere veramente tanto tempo, che magari non hai o non vuoi investire in sperimentazione.
Ecco quindi il motivo e il contenuto di questo articolo!
Io ne ho provate tante, e in questo post voglio mostrarti quali sono secondo la mia esperienza le migliori DAW software per registrazione e mixaggio.
Nota bene, non le migliori DAW in assoluto (cosa peraltro forse impossibile da definire), ma quelle dedicate a questi scopi specifici, registrazione e mixaggio appunto.
Avid – Pro Tools
Pro Tools si può considerare il padre delle DAW di registrazione e post produzione audio.
Presentato con il nome di Sound Tools nel 1989 e successivamente entrato nel mercato col nome che porta tuttora nel 1991, Pro Tools è lo standard de facto del mixaggio professionale.
Buona parte dei film che hai visto al cinema, dei dischi che hai acquistato e dei brani che hai sentito su Spotify sono stati mixati su Pro Tools.
Nel corso degli anni ha subito diverse modifiche sostanziali, ma ha tenuto però inalterato quello che è il cuore del software, il suo flusso di lavoro pulito che consente di lavorare in modo piuttosto lineare.
Alcuni lo trovano ostico da imparare, forse perché abituati ad altre DAW più “intuitive”. In realtà, chi è abituato a lavorare con mixer e macchine fisiche generalmente riesce a padroneggiare Pro Tools senza troppa difficoltà.
Tra i suoi punti di forza c’è in primis la sua distribuzione capillare. Essendo la DAW più utilizzata in ambito professionale per registrazione e mixaggio, imparare a usarla agevola nel momento in cui dal proprio home studio ci si voglia spostare in un contesto professionale.
Ovviamente con Pro Tools non è possibile solo registrare e mixare, ma questi due aspetti sono quelli nei quali il software dà il suo meglio.
Le varie opzioni di ripresa, la gestione e la visualizzazione delle diverse take registrate, organizzate su playlist, lo rendono una delle scelte più ovvie quando si deve scegliere una DAW con la quale registrare.
Una nota stonata di rilievo, secondo la mia esperienza diretta e quella di tante persone con le quali mi sono confrontato, è la stabilità. Non che non sia un programma stabile, assolutamente. Quello che voglio dire è che, specialmente a partire dalla versione 9 nella quale Avid ha deciso di slegare il software dall’hardware (prima si poteva usare Pro Tools solo con le schede audio proprietarie), sono iniziati a comparire problemucci qua e là che prima erano completamente assenti.
Nel momento in cui installo l’ultima versione aggiornata di Pro Tools su una macchina vergine e i suoi stessi effetti integrati creano lag e crash, qualcosa che non va c’è.
Il discorso che faccio è rivolto a PT nella sua versione “standard”, non a quella Ultimate, che pur essendo uno standard è lontana dai potenziali budget di un home studio.
Il passaggio dai plugin RTAS e TDM a quelli AAX di qualche anno fa non è stato indolore per molti utilizzatori, che in alcuni casi hanno dovuto aspettare mesi prima di poter utilizzare i propri plugin preferiti nel nuovo formato.
Ora la situazione si è stabilizzata, oramai buona parte dei plugin in commercio è disponibile anche nel formato AAX.
Forse la pecca più grande di questa DAW è essersi adagiata sugli allori. Negli ultimi anni infatti la velocità con la quale sono state introdotte nuove e importanti features nelle concorrenti è stata di gran lunga superiore a quella degli ingegneri Avid.
Pro Tools è disponibile in tre versioni, due a pagamento e una gratuita (la terza): ProTools Ultimate, destinata a grossi studi; Pro Tools, utilizzabile anche in home studio; ProTools First, comoda per chi vuole imparare le basi della DAW.
Puoi avere Pro Tools tramite acquisto una tantum o in abbonamento, mensile o annuale.
Formato Plugins: AAX
Info: Avid
Steinberg – Cubase
Se Pro Tools è il padre delle DAW di registrazione, Cubase è il padre delle DAW di produzione musicale.
Nasce e viene portato sul mercato quasi in contemporanea con Pro Tools, ma se ne differenzia, specialmente nei primi anni, per un motivo essenziale.
Pro Tools nasce come editor audio e incorpora più tardi le funzioni di produzione MIDI. Cubase al contrario nasce come editor MIDI e si avvicina all’audio wave in un secondo momento.
Questo gap nella gestione dei flussi audio si è protratto per parecchi anni, ma nelle ultime versioni è stato ridotto drasticamente al punto da divenire oggi irrilevante.
Alcune features che rendevano PT speciale ora sono infatti integrate anche su Cubase (specialmente nella versione Pro).
Nonostante la DAW di Steinberg sia stata per tanto tempo ottimizzata in primo luogo per la produzione musicale, oggi anche con registrazione e mixaggio si ottengono risultati di grande qualità.
Similmente a PT si possono gestire liste di più take per ogni traccia registrata, si possono nascondere a piacimento le tracce sulle finestre di lavoro e il routing dei flussi audio è altamente personalizzabile.
Per certi versi la DAW di Steinberg è addirittura superiore. Incorpora funzioni, come alcune relative all’editing audio, non ancora implementate su Pro Tools.
Nelle ultime versioni di Cubase le nuove funzionalità introdotte sono state davvero tante, sotto ogni punto di vista. Ho già scritto degli articoli specifici nei quali le elenco e le illustro.
La possibilità di usare al suo interno plugin in formato VST fa sì che non ci sia limite all’espandibilità del sistema.
Lo consiglio a chi, oltre alla registrazione e al mixaggio, ha bisogno di una DAW con la quale scrivere musica con strumenti virtuali.
Allo stesso tempo lo consiglio a chi, nonostante non abbia bisogno delle funzioni di produzione, necessita di un software completo dal costo contenuto (la versione Elements costa meno di 100€).
Al momento è la DAW che io stesso utilizzo per le mie produzioni, trovo infatti sia una delle migliori quando si vuole seguire l’intero processo di creazione di una traccia su un unico software, dalla produzione al mastering, passando per registrazione, editing e mixaggio.
Proprio perché la reputo una delle migliori, offro anche un video corso online dedicato a chi vuole imparare a usarla partendo dalle basi.
Cubase è disponibile in tre versioni, tutte acquistabili tramite licenza perpetua: Cubase Pro, Cubase Artist e Cubase Elements.
Formato Plugins: VST
Info: Steinberg
Apple – Logic Pro
Logic Pro è la mia terza scelta fra le migliori DAW di questa categoria.
Inizio subito con l’evidenziare il suo problema principale: è disponibile solo per macOS. Utenti Windows siete avvisati, potete solo desiderarlo, mi dispiace!
Logic Pro X, la versione attualmente in commercio, incarna in pieno lo spirito Apple. Gradevolezza estetica, prestazioni top e ottima integrazione con l’hardware di sistema (vedi Touch Bar dei MacBook Pro).
L’interfaccia ha un’impronta flat, e con gli ultimi aggiornamenti sono state introdotte tante nuove funzionalità, anche relative all’edit e alla gestione delle take e degli arrangiamenti. In linea insomma con quello già presente su Pro Tools e Cubase.
LPX è accostabile più a Cubase che a PT, è un ambiente completo e adatto non solo alla registrazione e post produzione ma anche alla produzione via strumenti virtuali.
Al prezzo di vendita è difficilmente paragonabile ad altre soluzioni rivali, su questo piano vince a mani basse.
Non tutti però necessitano di tutto il disponibile, motivo per cui 230€ potrebbero comunque essere una spesa non ragionevole.
Lo consiglio agli utenti Apple che devono seguire le pre produzioni dei propri brani o dei propri clienti, specialmente a quelli in possesso di un MacBook Pro (in particolar modo le versioni con Touch Bar) che lavorano in mobilità.
Quando i progetti crescono in volume, la loro gestione inizia a diventare complessa. Ma per le fasi di lavorazione intermedie è perfetto.
Logic Pro X è disponibile in un’unica versione, acquistabile dallo store Apple.
Formato Plugins: Audio Units
Info: Apple
Le Altre DAW
Le 3 DAW elencate sono quelle che mi sento di consigliare più delle altre, ma come accennato a inizio post non sono certo le uniche.
Te ne segnalo almeno altre 3, per motivi diversi.
- Studio One – Sviluppata da Presonus, questa DAW disponibile in due versioni a pagamento e in una gratuita ha accresciuto negli ultimi anni la sua popolarità. Ancora molto meno diffusa delle concorrenti, ma con un workflow funzionale per registrazione e mixaggio.
- Mixbus 32C – DAW non convenzionale, specializzata sul mixaggio simil-analogico. Sviluppata da Harrison, storico produttore di console analogiche, è pensata per portare in the box il modo e soprattutto il sound e il “calore” analogico. Ne ho scritto in modo approfondito qualche tempo fa in questo articolo.
- Cakewalk by BandLab – Non tanto per le caratteristiche ultra top quanto per il fatto che è gratuita. È un rebranding di SONAR (a sua volta già riedizione di Cakewalk). Non sarà il meglio del mercato, ma se non vuoi investire manco una lira è una buona soluzione. Ne ho scritto qui.
Ti saluto con un ultimo suggerimento: qualsiasi sia la DAW che sceglierai, impara a usarla nel modo corretto.
Praticamente tutte permettono in tantissimi casi di eseguire una determinata operazione seguendo più strade. Sii furbo e impara da subito a fare le cose seguendo la strada migliore, cerca le funzioni specifiche che ti faranno risparmiare tempo e che ti permetteranno di ottimizzare il tuo flusso di lavoro.
Sono del parare che quando siamo di fronte a una DAW dobbiamo passare il tempo a fare le cose, non a cercare di capire come farle. Non sei d’accordo? 🙂