Quando si registra in un home recording studio si devono tenere a mente tutte le buone pratiche che si adottano anche in uno studio di registrazione professionale. E anche qualcosina in più.
Se registri in casa, probabilmente non hai il budget di una grossa produzione e l’esperienza di un fonico di mestiere, per cui devi porre particolare attenzione ad alcuni aspetti che, scontati per un grosso studio, non lo sono affatto che chi registra tra le mura domestiche.
Ecco quindi alcuni degli errori più comuni che si compiono quando ci si appresta a fare una registrazione in home studio.
Ce ne sono ovviamente (e purtroppo) tanti di più. Iniziare con l’evitare questi è già però un buon punto di partenza 😉
1. Non Badare all’Acustica della Stanza

Sei riuscito a ritagliarti uno spazio tutto per te, o sei costretto a registrare tra i mobili del soggiorno?
La risposta a questa domanda determina in modo sostanziale l’approccio alla registrazione.
Se hai uno spazio dedicato alla ripresa, potrai trattare acusticamente l’ambiente a tuo piacimento (o almeno si spera).
Se non hai questa fortuna e sei costretto a condividere la stessa stanza per più attività, stai molto attento a come quella stanza “suona“.
Quando si registra è bene evitare ambienti troppo riverberanti. Evita stanze non ammobiliate, con pavimenti e pareti riflettenti. L’eccessivo riverbero causato dalle riflessioni delle onde sonore al suo interno creerà registrazioni non gestibili in mix.
Evita anche ambienti troppo poco riverberanti. Alcuni strumenti effettivamente giovano di ambienti molto asciutti, altri al contrario no. Registrare una batteria in uno sgabuzzino completamente rivestito di materiale fonoassorbente non sempre è una buona idea.
Oltre al riverbero bada anche al rumore presente nella stanza, interno ed esterno.
Le ventole del computer, il frigo nella stanza accanto, le auto che passano sotto la finestra sono tutti elementi che rischiano di corrompere la ripresa.
Cerca di creare l’ambiente più silenzioso possibile, e se proprio non puoi controllare ogni variabile, trova le ore della giornata più silenziose.
Con un po’ d’attenzione ti rendi magari conto che il vicino rumoroso è fuori casa la mattina, o che a ora di pranzo davanti a casa non c’è traffico. Approfitta di quei momenti!
2. Pensare: lo Sistemerò in Mix

L’errore più classico fra i classici: pensare di poter correggere in mixaggio un errore fatto in registrazione.
Con la post produzione oggi si possono fare miracoli. Si può reintonare un cantato stonato, si può mettere perfettamente a tempo una batteria suonata “storta”, si può modificare la distorsione di una chitarra elettrica. Praticamente si può fare ogni cosa.
Ti garantisco però che il tempo necessario a correggere durante la fase di post produzione un errore fatto in ripresa è enormemente superiore al tempo necessario a correggere lo stesso errore durante la registrazione.
Il più delle volte te la cavi semplicemente registrando un’altra take, o spostando il microfono qualche centimetro rispetto a dove si trovava prima. Tempo necessario: 5 minuti.
Tempo necessario per rimettere a tempo in post una traccia suonata fuori tempo: ore.
Evita di perdere giornate in editing. Per farlo è sufficiente un unico accorgimento: valutare e ascoltare con orecchio critico quel che si è appena registrato.
Se trovi degli errori correggibili durante la fase di ripresa, fai tutto quello in tuo potere per rimediare. Anche se è la decima take che registri, anche se non ne puoi più e vuoi andare a cena, anche se sei convinto che ci metterai poco a sistemarlo in un secondo momento.
La qualità del risultato finale sarà probabilmente migliore.
3. Usare Un Solo Microfono per Strumento

Se nel tuo home studio hai un solo microfono c’è poco da fare, usa quello e basta.
Ma se ne hai anche solo due, usali entrambi!
Usare (almeno) due microfoni contemporaneamente su ogni strumento che registri ti darà un maggior ventaglio di scelte in fase di mixaggio.
Avrai due timbri diversi da cui attingere, e potrai sempre decidere di non usare ed eliminare in un secondo momento quel che non ti serve.
Oppure potresti scegliere di usare entrambe le versioni per creare effetti particolari in mixaggio. Ad esempio potresti riprendere una chitarra con due microfoni e pannare una a destra e l’altra a sinistra le tracce risultanti per avere un effetto pseudo-stereo. Magari ritardandone leggermente una rispetto all’altra per sfruttare l’effetto Haas (questa è una delle tante tecniche che insegno nelle mie lezioni di mixaggio online).
Usando contemporaneamente più microfoni ci si espone a un potenziale grosso problema relativo alle fasi dei segnali registrati.
Basta però esserne consapevoli e con un po’ d’attenzione non si combinano guai.
4. Registrare un Segnale Già Processato

Durante la registrazione in home recording studio puoi avere a che fare sia con musicisti di grande esperienza, sia con musicisti alle prime armi.
Chi è già abituato a registrare ne conosce le logiche ed eviterà di porre in essere tutti quei comportamenti che immancabilmente causerebbero problemi.
Chi non ha mai registrato invece, a volte sembra proprio che si impegni per metterti i bastoni tra le ruote.
Ovviamente sto estremizzando, queste due categorie comprendono persone dalle mille sfaccettature diverse.
In ogni caso, cerca di comportati allo stesso modo del musicista esperto. Evitati i problemi o evitali a chi farà il mix dei brani che stai registrando.
Una buona pratica è quella di evitare di registrare segnali già processati, a prescindere da quale sia il processamento.
Un fonico esperto registra tranquillamente con equalizzatore e compressore posti in serie prima di far arrivare il segnale alla DAW. Ma solo perché sa bene quello che sta facendo e sa esattamente cosa comporta ogni sua scelta di ripresa.
A meno che anche tu non sia super esperto, evita di registrare con qualsiasi cosa tra lo strumento e il preamp della scheda.
Sai quanto è frustrante cercare di mixare un brano con le chitarre riprese già con un delay fuori tempo? Oppure cercare di far guadagnare un po’ di dinamica a una voce registrata già troppo compressa?
Ecco, evita di scoprirlo.
5. Non Badare al Gain Staging

L’ultimo consiglio, ma non certo ultimo per importanza, che ti voglio dare per evitare problemi durante la registrazione in home recording studio, è quello di badare al gain staging.
Con gain staging ci si riferisce al controllo del livello di un segnale in ingresso e in uscita da un circuito analogico o da un processore digitale/software.
Più nello specifico, nel caso della registrazione in home studio, l’errore da evitare è quello di non considerare il livello del segnale in ingresso sulla DAW.
Bada con attenzione al guadagno del preamp, evita di mandare il segnale in distorsione già in preamplificazione (su alcune schede audio si accende un led rosso per avvisarti) e contemporaneamente tieni sempre un occhio sui meter dei canali in ingresso sulla DAW.
Quando si lavora esclusivamente in analogico, far saturare il segnale porta a volte dei benefici. In digitale invece, superare la soglia dei 0dB significa creare una distorsione immediata.
Assicurati di registrare almeno a 24bit, così potrai permetterti di acquisire le tracce con i picchi più alti anche a -6dB 0 -9dB senza doverne sacrificare il range dinamico.
Alcune schede di ultima generazione permettono addirittura di registrare a 32bit, come la Steinberg UR22C. Non è fondamentale arrivare a questi valori, l’importante è evitare come la peste i 16bit.
Registrare e Mixare in Home Studio
Sul blog ho scritto tante volte riguardo questo argomento, quindi se vuoi saperne di più puoi leggere gli altri articoli dedicati alla registrazione già online.
Per registrare hai anche bisogno di una DAW. In commercio ce ne sono tante, gratuite e a pagamento. Io utilizzo Cubase, una delle migliori in assoluto. Se anche tu vuoi iniziare a usarla posso insegnarti come farlo con il mio corso Impara Cubase, disponibile come video corso online.
Se invece hai già iniziato a registrare e vuoi passare alle fasi successive (editing e mixaggio) posso insegnarti come fare con delle lezioni personalizzate in base al tuo punto di partenza.